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Raccolta differenziata, cos’è come farla

Gestione Rifiuti

Raccolta differenziata, cos’è come farla

A cosa serve e come fare Raccolta differenziata

Nell’ambito della gestione dei rifiuti, la raccolta differenziata è il sistema di smistamento che prevede, come primo passaggio, la separazione dei rifiuti da parte dei cittadini in base alla natura del singolo elemento o delle sue parti costitutive (ad esempio vetro, carta, plastica, organico).

L’obiettivo finale è separare i rifiuti in modo tale da indirizzare ciascun tipo verso il trattamento di smaltimento o recupero appropriato, includendo lo stoccaggio in isole ecologiche, l’incenerimento/termovalorizzazione per i rifiuti indifferenziati, il compostaggio per i rifiuti organici e il riciclo per i materiali differenziati come carta, vetro, alluminio, acciaio, plastica e RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche).

La raccolta differenziata rappresenta la prima fase di una gestione avanzata e corretta dei rifiuti, ma perde di efficacia in assenza di infrastrutture per il recupero e il riciclo post-raccolt; un corretto smaltimento dei rifiuti differenziati favorisce infatti il riciclo, permettendo il recupero di materie prime ed energia e riducendo la quantità di rifiuti destinati a inceneritori, termovalorizzatori e discariche.

La Storia Moderna della raccolta differenziata

L’introduzione della raccolta differenziata in epoca moderna risale alle prime sperimentazioni effettuate verso la fine degli anni ‘80, principalmente in alcune città del Nord Italia, con progetti pilota che si sono limitati alla gestione della carta e del vetro. Il punto di svolta nella storia della raccolta differenziata in Italia si ha nel 1992, quando viene emanato il Decreto Legislativo n. 22/1997, noto come Decreto Ronchi,  che stabilisce un quadro normativo per la gestione dei rifiuti, promuovendo la pratica della raccolta differenziata. Il decreto ha portato le amministrazioni locali a sperimentare i sistemi di raccolta differenziata, i quali iniziano a diffondersi intorno agli anni ‘90 nelle principali città italiane, soprattutto nel Nord italia, con l’introduzione dei primi cassonetti colorati per separare carta, vetro e plastica.

Con l’inizio del nuovo millennio la raccolta differenziata continua a crescere e migliorare, anche grazie all’introduzione di nuovi materiali riciclabili e l’aumento della consapevolezza ambientale tra i cittadini, mediata per lo più dalle amministrazioni locali, che mettono impegno nell’implementazione di campagne di educazione e sensibilizzazione, volte alla promozione delle corrette pratiche di smaltimento. 

Negli anni 2010 gli obiettivi di raccolta differenziata diventano sempre più ambiziosi attraverso l’emanazione di nuove normative, ad esempio il Decreto Legislativo n. 152/2006, che impone alle regioni di raggiungere determinate percentuali di raccolta differenziata e di sviluppare ulteriormente il sistema di smaltimento, attraverso l’introduzione di nuove tecnologie per il trattamento dei rifiuti e del riciclo, come gli impianti di compostaggio per i rifiuti organici e i centri di raccolta per i rifiuti elettronici.

Con l’avvento degli anni 20, infine, si assiste in Italia a un significativo aumento dell’efficacia della raccolta differenziata e a una conseguente riduzione della quantità dei rifiuti indifferenziati prodotti; sempre più comuni hanno effettivamente adottato il sistema di raccolta porta a porta e la raccolta differenziata è diventata in trent’anni una pratica comune e consolidata nella maggioranza del territorio italiano. Ad oggi, dunque, si può affermare che l’Italia abbia raggiunto risultati significativi nello smaltimento differenziato dei rifiuti, con molte regioni e città che superano gli obiettivi stabiliti dalle normative europee.

Come vengono classificati i rifiuti?

Per la corretta gestione dei materiali di scarto, è fondamentale effettuare una classificazione dei rifiuti precisa ed efficiente. Esistono diversi criteri sui quali viene basata la classificazione, come l’origine, la composizione chimica, la pericolosità e il metodo di smaltimento.

Classificazione per origine

La classificazione per origine distingue i rifiuti in base al contesto in cui vengono generati e si divide in tre gruppi distinti: i più conosciuti sono sicuramente i rifiuti urbani, i quali vengono generati dalle attività domestiche, commerciali e di servizio e che includono ad esempio i rifiuti prodotti nelle case, oppure nei parchi o giardini.

Esistono poi due tipologie di rifiuti che hanno origine in un ambito lavorativo; che sono i rifiuti industriali, i quali derivano da processi di produzione industriale e possono essere solidi, liquidi o gassosi, e i rifiuti speciali, che provengono da attività specifiche come i rifiuti prodotti in ambito agricolo, i rifiuti sanitari prodotti in ambito ospedaliero o i rifiuti prodotti a seguito di attività da costruzione e demolizione, relativi al settore edile. 

Classificazione per composizione chimica

Un’altra classificazione dei rifiuti è poi quella per composizione chimica, che divide i rifiuti in organici, poiché contengono materia organica biodegradabile, come scarti di cibo, foglie e residui vegetali, e i rifiuti inorganici, composti principalmente da materiali non biodegradabili come plastica, metalli, vetro e ceramiche.

Classificazione per pericolosità

Sempre basandosi sulle caratteristiche fisiche del rifiuto, poi, un’altra classificazione dei rifiuti molto rilevante è quella della “pericolosità”, che considera la presenza o meno nel rifiuto di sostanze chimiche o materiali che possano rappresentare un rischio per la salute umana e dell’ambiente, come vernici, solventi, pesticidi, batterie e rifiuti elettronici (RAEE).

Classificazione per stato fisico

Anche effettuare una distinzione basata sullo stato fisico del rifiuto è essenziale, che rivela informazioni importanti sulla natura del rifiuto. Le classi si dividono in rifiuti solidi, che comprendono tutti i rifiuti in stato solido o semi-solido, come i rifiuti domestici, quelli da costruzione e demolizione e i rifiuti industriali solidi; i rifiuti liquidi, che comprendono le acque reflue industriali, gli oli esausti e altri liquidi di scarto, ed infine i rifiuti gassosi, che sono emissioni gassose provenienti da processi industriali o da veicoli.

Classificazione per metodo di smaltimento

L’ultima classificazione, poi, è quella che divide i rifiuti in base al metodo di smaltimento a cui verranno sottoposto, in cui troviamo tre macro gruppi: il primo è quello rifiuti riciclabili, che sono carta, cartone, plastica, metalli e vetro, e si caratterizzano dal fatto che possono essere recuperati e trasformati in nuovi prodotti; il secondo è quello dei rifiuti compostabili, che si caratterizzano dal fatto che possono essere trasformati in compost attraverso processi di decomposizione naturale e includono i rifiuti organici come scarti di cibo e residui vegetali, ed infine il gruppo dei rifiuti indifferenziati; quelli che, purtroppo, sono destinati a incenerimento o discarica perché non possono essere riciclati o compostati facilmente e richiedono un trattamento specifico.

Classificazione normativa (secondo il Catalogo Europeo dei Rifiuti – CER)

Vi è, infine, la classificazione normativa, che introduce a livello europeo una modalità di identificazione univoca del rifiuto, favorendo la gestione dei rifiuti, il loro riciclo e il recupero delle risorse, minimizzando l’impatto ambientale.

I rifiuti, con questo sistema di classificazione, vengono identificati attraverso un codice a sei cifre che, secondo il catalogo Europeo dei Rifiuti (CER), specifica l’origine e il tipo di rifiuto. Ad esempio, la raccolta di carta e cartone per il riciclo è identificata con il codice CER 20 01 01, quella della plastica con il CER 20 01 39 e le apparecchiature RAEE sono caratterizzate dal codice 20 01 35.

Quali sono i Tipi di Rifiuti?

Di seguito una descrizione delle principali tipologie di rifiuti che si prestano alla raccolta differenziata. 

Carta e cartone
Tra le tipologie più comuni di rifiuti riciclabili, troviamo la raccolta differenziata di carta e cartone, che prevede il riciclo di giornali, riviste, scatole di cartone, fogli di carta e imballaggi di cartone, ed esclude la carta oleata o comunque sporca di cibo e fazzoletti usati.

È buona consuetudine ridurre il più possibile il volume degli imballaggi di plastica quando li inseriamo nel relativo cestino per la raccolta differenziata.

Plastica
Abbiamo poi la raccolta differenziata della plastica, che riguarda principalmente bottiglie, imballaggi e contenitori di plastica, sia puliti che sporchi. Da questo tipo di raccolta vanno poi esclusi gli oggetti in plastica dura e i giocattoli. Come per carta e cartone, anche in questo caso è buona abitudine schiacciare le bottiglie di plastica e le lattine per ridurne il volume.

Vetro
Nella raccolta del vetro vanno raggruppate le bottiglie, i barattoli e i contenitori di vetro, ma esclusi gli oggetti in altri materiali simili, come la ceramica, i cristalli, gli specchi e anche le lampadine, perchè contengono al loro interno altri materiali oltre al vetro. 

Metalli
C’è poi la raccolta dei metalli, che in alcune amministrazioni è inclusa in quella della plastica e prevede la raccolta di lattine, fogli di alluminio e barattoli di metallo, escludendo batterie e oggetti in metallo misto. 

Rifiuti organici
Vi è infine la raccolta dei rifiuti organici, che racchiude tutti gli scarti di cibo, gusci di nuova, avanzi di frutta e verdura, fondi di caffè escludendo ovviamente qualsiasi residuo di plastica, vetro o metalli. 

Rifiuti indifferenziati
Restano poi, fuori dalla raccolta differenziata, quei rifiuti che non possono essere inclusi nelle categorie sopra citate, a cui vanno però esclusi i rifiuti pericolosi, elettronici e composti da materiali speciali, che creano altre categorie. 

Quali sono i materiali riciclabili?

Oltre alle frazioni più comuni di carta, plastica, vetro, metalli e rifiuti organici, esistono altre frazioni di rifiuti che possono essere recuperate e riciclate. Tra le principali troviamo i RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), categoria che comprende tutti gli apparecchi elettrici ed elettronici in disuso, come computer, telefoni cellulari, elettrodomestici, televisori e lampadine, che vengono smontati per recuperare plastica e metalli preziosi riutilizzabili. Alcuni dei componenti contenuti nei RAEE sono pericolosi e per essere recuperati richiedono un trattamento speciale.

Pile e batterie
Anche le pile e le batterie rappresentano un gruppo di rifiuti riciclabili; il gruppo include pile alcaline, batterie ricaricabili e per auto. Come nei RAEE, anche in questi oggetti sono contenuti metalli pesanti che possono essere recuperati, come il nichel, il cadmio e il piombo ed è importante smaltirli correttamente per evitare la contaminazione ambientale. 

Rifiuti tessili
Nel gruppo dei rifiuti tessili, sono invece presenti abiti usati, tessuti, scarpe e accessori: essi possono essere riutilizzati o riciclati per produrre nuovi tessuti, materiali isolanti o imbottiture. Alcuni abiti, se in buone condizioni, possono anche essere donati o venduti.

Oli esausti
Tra i rifiuti riciclabili troviamo anche gli olii esausti, gruppo che include oli da cucina e oli lubrificanti usati, i quali possono essere trattati o rigenerati per produrre biodiesel, nuovi oli lubrificanti, ma anche saponi.

Legno
Anche il legno appartiene alla categoria dei rifiuti riciclabili, in quanto è possibile dare una seconda vita a mobili vecchi, pallet, scarti di legname e rami. Con questa tipologia di rifiuti è possibile produrre nuovi prodotti in legno, truciolato oppure biomassa per la produzione di energia.

Rifiuti da costruzione e demolizione
Il gruppo dei rifiuti derivanti da costruzione e demolizione include tutti quei materiali inerti come calcestruzzo, mattoni, metalli, legno, vetro e plastica.Questi materiali possono essere frantumati e riutilizzati in nuovi progetti di costruzione o riciclati per produrre nuovi materiali da costruzione.

Pneumatici usati
Anche gli pneumatici di automobili, camion e biciclette si prestano al riciclo, sia per la produzione di asfalto gommoso, che per pavimentazioni sportive, tappetini e altri prodotti in gomma, talvolta anche creativi.

Rifiuti pericolosi
Tale gruppo comprende materiali pericolosi come rifiuti chimici, vernici, solventi, pesticidi e altri materiali simili. È possibile riciclarli attraverso un trattamento speciale volto a neutralizzarli e a recuperare eventuali materiali riutilizzabili. È importante smaltirli in appositi centri di raccolta.

Promuovere il corretto smaltimento e riciclo di queste frazioni di rifiuti è fondamentale per ridurre l’impatto ambientale e aumentare il recupero di risorse preziose.

Medicinali scaduti
Restano poi i farmaci e medicinali scaduti che non sono più utilizzabili e che, a differenza degli altri gruppi di rifiuti sopra elencati, non sono riciclabili. Vanno però portati comunque in punti di raccolta specifici, spesso disponibili nelle farmacie, per evitare la contaminazione ambientale e permettere il corretto trattamento dei principi attivi.

Raccolta differenziata, come si fa?

Preparazione

Per effettuare la raccolta differenziata, è essenziale in primo luogo informarsi, verificando le regole locali di raccolta, poiché possono variare da comune a comune; spesso i siti web comunali o i servizi di raccolta rifiuti forniscono linee guida dettagliate, che comprendono anche il calendario dei giorni in cui il servizio passerà a ritirare i rifiuti differenziati.

In secondo luogo, è molto utile organizzare gli spazi in modo tale che vi siano contenitori separati per ogni tipo di rifiuto domestico (di solito carta, plastica, vetro, organico e indifferenziato). Per aiutarti a distinguere i diversi tipi di rifiuti, è sicuramente di aiuto utilizzare dei contenitori colorati.

Un’altra informazione da tenere in considerazione, riguarda infine la pulizia dei rifiuti: non è necessario lavare i contenitori sporchi, prima di gettarli nella raccolta differenziata, ma solo ripulirli grossolanamente per rimuovere la maggior parte dei residui.

Punti di raccolta speciali

RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche): porta i rifiuti elettronici nei punti di raccolta dedicati, spesso situati presso negozi di elettronica o centri di raccolta comunali.

Alcune tipologie di rifiuti riciclabili, poi, non vengono ritirati a domicilio dai servizi comunali, ma vanno conferiti in appositi centri di raccolta. I punti di raccolta sono localizzati in base alla tipologia di rifiuto: i RAEE hanno dei punti di raccolta spesso situati presso negozi di elettronica o centri di raccolta comunali; per le pile e le batterie i punti di raccolta dedicati si trovano in molti supermercati, negozi di elettronica e farmacie, dove si trovano anche i contenitori per la raccolta dei farmaci scaduti. Gli oli esausti, infine, vanno raccolti in contenitori chiusi e portati in centri di raccolta dedicati.

Educazione e sensibilizzazione

Un altro modo per agevolare la raccolta differenziata, è sicuramente quello di informare la propria famiglia e partecipare a iniziative di sensibilizzazione sulla raccolta differenziata e il riciclo.

Riduzione dei rifiuti

Per cercare di ridurre la quantità di rifiuti prodotti è utile riutilizzare gli oggetti, quando possibile, ripararli anzichè buttarli, e limitare gli scarti, ad esempio acquistando prodotti con pochi imballaggi. 

Seguire queste linee guida aiuta a migliorare l’efficienza della raccolta differenziata, promuovendo la sostenibilità e riducendo l’impatto ambientale.

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